Il mito di Persefone, l’equinozio di primavera e la Sicilia
- Tacus Associazione
- 18 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Tra i campi di grano e le acque di Pergusa, la Sicilia custodisce la leggenda di Persefone: un viaggio eterno tra buio e luce, tra inverno e primavera, che ancora oggi risuona nei gesti e nei paesaggi dell’isola.
La figlia della terra e del silenzio
C’è una storia antica che abita il cuore della Sicilia, un racconto mitico che sussurra tra le spighe di grano e i papaveri rossi come sangue fresco. È la storia di Kore, la fanciulla luminosa che noi chiamiamo Persefone, figlia di Demetra e signora di due mondi.
Il mito la vuole rapita da Ade mentre coglieva fiori sulle sponde del lago Pergusa, nel cuore dell’antica Enna. Là, dove la primavera è precoce e il vento profuma di terra umida e di zagara, la vergine venne strappata alla luce, inghiottita nelle viscere dell’Ade.
La narrazione, cristallizzata nell’Inno a Demetra di Omero, è di quelle che spiegano il mondo: la sparizione di Persefone segna la morte della natura, mentre la sua risalita annuncia la rinascita: la terra infatti, privata della sua gioia, smette di donare i frutti. Solo un patto fragile, sancito da chicchi di melagrana e lacrime, permetterà a Kore di tornare per metà dell’anno tra i vivi, e per metà restare regina degli inferi.
L’equinozio e il mistero dell’equilibrio
Accade una volta l’anno, in primavera, che il giorno e la notte si misurino uguali, in un perfetto equilibrio che sembra quasi un incantesimo. È l’equinozio, la soglia simbolica del ritorno di Persefone, la promessa della luce che vince l’ombra, della vita che, ancora una volta, rompe le zolle invernali. Nei campi di Sicilia, l’equinozio ha il volto delle messi che si preparano a crescere e delle colline che si colorano di fiori selvatici.
La figura di Persefone, che discende e risale, diventa immagine del tempo ciclico, dell’uomo che sa che ogni fine è un inizio, che la notte e il giorno non esistono l’una senza l’altro. In questo ritmo segreto c’è il respiro stesso della Sicilia, terra che ha imparato a cadere e a rifiorire, a cedere al buio e a rinascere.
Sicilia, ventre di miti
In nessun altro luogo del Mediterraneo il mito di Persefone sembra vibrare con la stessa intensità che in Sicilia. Non è un caso che il rapimento della dea sia stato collocato proprio qui: Enna — descritta da Claudiano nel De raptu Proserpinae come «la città della primavera eterna» — con il suo altopiano fertile e il lago Pergusa dalle acque immobili diventa lo scenario ideale di questa tragedia cosmica.
Santuari, voti, cerimonie in onore di Demetra e Kore fiorirono in tutta l’isola: da Enna ad Agrigento, da Siracusa a Selinunte. Qui la loro presenza sacra si radicò nelle abitudini contadine, nei canti della mietitura, nei gesti delle donne che ancora oggi, nei paesi dell’interno, preparano il pane rituale come fosse un’offerta. La Sicilia, ventre generoso e ctonio, diventa essa stessa Kore: figlia, madre e regina della propria storia.
Un mito per imparare a rinascere
Il mito di Persefone, letto dagli antropologi, è più di una leggenda: è un insegnamento, la metafora di una prova iniziatica che non consente di tornare alla luce senza aver prima conosciuto il buio; ma è anche simbolo dell’eterno ritorno, dell’uomo che ogni anno si rinnova insieme alla terra. Così, quando il giorno e la notte tornano a pesare uguali sulla bilancia del cielo, a marzo, il popolo siciliano avverte qualcosa che lo riguarda: è la figlia che torna a casa, la speranza che risorge.
La memoria dei fiori
Il mito di Persefone e l’equinozio di primavera sono la stessa poesia che la Sicilia racconta da sempre: quella di una terra che ha imparato che tutto ciò che scende può risalire, che ogni inverno prepara la primavera.
Così, ancora oggi, il vento di marzo solleva nei campi il profumo del grano nuovo, e i papaveri, fiori di Kore, tingono le colline di rosso. Non è solo natura: è un rito antico che si rinnova, un canto che attraversa i secoli. E noi, ascoltandolo, possiamo ricordare che la bellezza non muore mai davvero, e che ogni buio porta con sé la luce che verrà.
L'articolo è a cura della redazione di TACUS Arte Integrazione Cultura
Yorumlar