Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, gli Stati Uniti e l'Europa furono travolti da un sorprendente spirito progressista. Questo portò significativi cambiamenti sociali e tecnologici, come la rivoluzione industriale e i progressi scientifici, che misero in crisi le tradizionali credenze e il sentimento religioso. Dall'esigenza di colmare il divario tra la spiritualità tradizionale e le nuove scoperte della scienza moderna, nacque il movimento filosofico e spirituale noto come spiritismo.
Lo spiritismo (1) si presentò come un sistema di pensiero a sostegno della possibilità di comunicare con le anime dei defunti e di indagare le leggi spirituali che governano la vita e l'universo, da una parte contraddicendo le leggi fisiche note e dall'altra affascinando gran parte dell'opinione pubblica.
Il mondo occidentale, non nuovo a pratiche medianiche e sentimenti di ricerca dell'ignoto – si veda l'idea di sopravvivenza dell'anima già nota presso le antiche tradizioni (2) come quella egizia, greca, romana e presso le religioni orientali – fu scosso sia dal desiderio di trovare conforto nell'idea di una vita oltre la morte, sia dal bisogno di rispondere a un'intima ricerca di connessione spirituale e di comprensione dei misteri legati all'esistenza e al passaggio verso l'aldilà.
Ma ciò che rese il movimento spiritista differente dalle sopracitate reminiscenze tradizionali fu la metodologia di ricerca, perfettamente congrua allo spirito progressista di quegli anni.
Indice
Le origini dello Spiritismo
Ad aprire la strada allo studio sistematico della dottrina spiritista fu il pedagogista e ricercatore francese Allan Kardec (3) che, nel 1857, pubblicò Il Libro degli Spiriti.
Il testo, considerato ancora oggi il manifesto del pensiero spiritista, raccoglie le risposte che Kardec, attraverso una serie di medium (4), afferma di aver ricevuto da entità spirituali sulla natura dell'anima, sul destino dopo la morte e sul senso della vita.
Ma quali furono i principi fondamentali dello Spiritismo?
Il sistema di pensiero codificato da Kardec si fondò sulle seguenti idee:
L'identificazione di spirito, corpo e perispirito. Tale distinzione spiegava come l'anima (5) potesse sopravvivere alla morte del corpo fisico, rimanendo legata a un "supporto" sottile e spirituale, il cosiddetto perispirito. Secondo Kardec, infatti, l’essere umano era composto da tre elementi principali: lo spirito (6), rappresentazione dell’essenza immortale e intelligente; il corpo fisico, ossia il mezzo attraverso il quale lo spirito si manifesta nel mondo materiale; e il perispirito (7), chiamato anche "corpo fluidico" o "corpo astrale". Si tratta di una sorta di involucro semi-materiale che funge da intermediario tra lo spirito e il corpo, visibile solo nel mondo spirituale, e in grado di accompagnare lo spirito durante i cicli di reincarnazione, di agire sul corpo, di mantenere la sua identità dopo la morte fisica e conservare memorie ed esperienze delle vite precedenti. Questa triplice distinzione spiega come l'anima possa sopravvivere alla morte, rimanendo legata a un supporto sottile e spirituale, il perispirito, mentre il corpo fisico si dissolve.
La sopravvivenza dell'anima dopo la morte, ossia la credenza che, anche dopo la morte fisica del corpo, l'anima continui a esistere. Per Kardec, infatti, l'anima non è solo immortale, ma prosegue il suo cammino evolutivo in un mondo spirituale parallelo. Tuttavia, questo mondo non è accessibile ai sensi ordinari, ma può essere percepito e comunicato attraverso i medium, persone capaci di fungere da tramite tra il mondo fisico e quello spirituale.
La comunicazione con i defunti, ovvero credere che i defunti possano comunicare con i vivi, offrire loro conforto, consigli e, talvolta, rivelazioni sul loro stato spirituale. Tale comunicazione avviene principalmente attraverso un medium che, in stato di trance o per mezzo di strumenti come tavole Ouija (8) o scrittura automatica, sarebbero in grado di trasmettere i messaggi ricevuti dagli spiriti.
La reincarnazione (9), uno dei pilastri dello spiritismo. Secondo Kardec, l'anima non solo sopravvive alla morte, ma torna sulla Terra attraverso cicli di reincarnazione, con lo scopo di progredire spiritualmente. Ogni incarnazione è vista come un’opportunità per l’anima di apprendere lezioni, purificarsi e avvicinarsi alla perfezione: un ciclo di nascite e morti continuo fino a quando l'anima non raggiunge uno stato di purezza e saggezza tali da poter vivere eternamente nel mondo degli spiriti.
Il concetto della reincarnazioni è connesso a quello di Karma (10) e alla legge di causa-effetto. Lo spiritismo, infatti, adotta una visione moralmente evolutiva dell'esistenza, in cui ogni azione compiuta dall'individuo ha delle conseguenze non solo in questa vita, ma anche nelle successive. Tale principio di causa-effetto è simile al concetto orientale di karma dove le sofferenze, le difficoltà e le gioie che una persona sperimenta sono il risultato delle sue azioni passate, sia in questa vita che in quelle precedenti. Attraverso la reincarnazione, l'anima ha l'opportunità di espiare gli errori e crescere spiritualmente.
Ma se quella di Kardec fu una vita improntata allo studio e alla divulgazione del pensiero spiritista, il caso che diede un vero impulso allo spiritismo moderno fu quello che vide protagoniste le sorelle Kate, Leah e Margaret Fox (11). Le Fox nel 1848, a Hydesville, nello stato di New York, divennero famose per essere riuscite a comunicare con uno spirito attraverso il fenomeno del "rapping", bussare (12).
Da quel momento, la pratica delle sedute spiritiche (13) e l’uso di medium iniziò a diffondersi rapidamente sia negli Stati Uniti che in Europa.
L'impatto culturale dello Spiritismo
Il movimento codificato da Kardec, basato su una nuova forma di “comunicazione” con i morti che sembrava coniugare scienza e religione, esercitò una profonda influenza sul campo religioso, letterario, filosofico e scientifico.
Noti intellettuali dell'epoca, artisti e scienziati, tra cui Arthur Conan Doyle, Victor Hugo, Cesare Lombroso o gli scrittori veristi Giovanni Verga e Luigi Capuana, attratti dai fenomeni spiritici, si impegnarono nello studio e nell'analisi di tali manifestazioni attraverso un approccio che tentava di combinare la razionalità scientifica con l'esplorazione del soprannaturale. Sedute spiritiche e manifestazioni paranormali (14) divennero così parte integrante della cultura del tempo, suscitando un misto di curiosità, entusiasmo e scetticismo. Tali fenomeni non furono soltanto oggetto di studio ma divennero in breve tempo una vera e propria forma di intrattenimento, capace di attirare persone di ogni estrazione sociale.
Critiche e pericoli del movimento spiritista
Tuttavia, nonostante la popolarità, lo spiritismo suscitò non poche critiche e polemiche.
Da una parte gli scettici, tra cui molti scienziati e filosofi, misero in discussione la veridicità dei fenomeni medianici, accusando i medium di frode o auto-inganno. In numerosi casi, infatti, i presunti fenomeni spiritici si rivelarono articolati trucchi o manipolazioni, gettando ombra sull'intero movimento; dall'altra la Chiesa cattolica condannò aspramente la pratica delle sedute spiritiche e la comunicazione con i defunti, identificandole come attività pericolose nonché contrarie alla fede cristiana, sostenendo il rischio di contatti con forze oscure e ingannatrici, capaci di mettere in pericolo l’anima dei vivi.
Oltre alle frodi, uno dei pericoli principali è di natura psicologica. La pratica delle sedute spiritiche, infatti, può esporre le persone vulnerabili a fenomeni di suggestione, dissociazioni e allucinazioni, ansia e dipendenza emotiva dalle risposte dei medium.
Tra fascino e mistero
Ciò che affascinò e divise l'opinione pubblica, oscillando tra una sincera ricerca di risposte sui misteri della vita e della morte, e l'ambiguo mondo del paranormale, fu l'insolita combinazione tra fede, scienza e misticismo. Ancora oggi lo spiritismo continua a rappresentare un affascinante enigma della cultura umana, nonché una finestra aperta sull’ignoto presente nelle moderne pratiche di medianità e nei movimenti spirituali.
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NOTE
(1) Dottrina che, sulla base del riconoscimento dell'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima, afferma la possibilità di contatti tra gli spiriti dell'aldilà e i vivi, e attribuisce all'intervento di spiriti di defunti molti fenomeni parapsichici e medianici. Fonte: Treccani.it
(2) I tentativi di comunicazione con i defunti attraverso la negromanzia - evocazione di uno spirito a scopo divinatorio - erano diffusi e praticati presso Babilonesi, Greci, Romani ed Ebrei. Nella Bibbia, ad esempio, è riportato l'episodio del re Saul che, ansioso di conoscere l'esito di una battaglia, si reca dalla strega di Endor e ottiene da lei che venga evocato lo spirito del sacerdote Samuele.
(3) Pseudonimo dello spiritista Hippolyte Rivail (Lione 1804 - Parigi 1869); si propose in varie opere di dare sistemazione dottrinale allo spiritismo. Fece esperimenti con varî medium, dai quali ricavò la maggior parte degli insegnamenti contenuti nei suoi libri. Suoi scritti principali: Le livre des esprits (1857); Le livre des médiums (1861); La Genèse, les miracles et les prédictions selon le spiritisme (1868). Fondò (1858) la Revue spirite. Fonte: Treccani.it
(4) Persona che si pretende dotata di speciali facoltà, grazie alle quali sarebbe in grado di provocare, in particolari condizioni (trance), fenomeni ‘non normali’ (detti medianici: levitazione, telecinesi ecc.), in contrasto con le leggi fisiche. Secondo i cultori dello spiritismo, il medium agirebbe come intermediario tra il mondo terreno e una qualche entità soprannaturale. Fonte: Treccani.it
(5) Dal lat. anĭma, affine, come anĭmus, al gr. ἄνεμος «soffio, vento». Nell’accezione più generica, il principio vitale dell’uomo, di cui costituisce la parte immateriale, origine e centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della stessa coscienza morale. Accezioni e determinazioni più partic. ha avuto il termine nelle varie concezioni filosofiche; per es., in Aristotele come principio vitale dell’uomo (a. intellettiva), degli animali (a. sensitiva), delle piante (a. vegetativa), mentre da Platone è chiamata a. razionale la facoltà razionale dell’anima (v. i singoli agg.). a. Considerata nella sua unione col corpo, contrapposta o complementare ad esso: l’uomo è formato di corpo e di a.; è lui, in a. e corpo, è proprio lui. Così, per esprimere la piena e totale dedizione di sé a una persona, a una cosa: darsi, legarsi a. e corpo a qualcuno; mettersi o buttarsi a. e corpo in un’impresa; o per indicare l’intima unione spirituale di due esseri, l’amicizia, l’amore: quei due sposi sono un corpo e un’a. sola (o anche: un’a. e due corpi); a. gemelle, due persone di sentimenti e gusti conformi. Fonte: Treccani.it
(6) Dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», indica l'entità immateriale che, insieme al corpo, costituisce la persona nel suo insieme e ne anima i pensieri e i sentimenti.
(7) Perispirito, anello o legame che unisce l’anima e il corpo, principio intermedio fra la materia e lo Spirito. «Il perispirito, che lega insieme il corpo e lo Spirito, è una specie di involucro semimateriale. Dopo la morte, che è la distruzione dell’involucro più grossolano, lo Spirito conserva il secondo, che gli serve da corpo etereo, invisibile per noi allo stato normale, ma che può rendere in date circostanze visibile ed anche tangibile, come accade nei fenomeni di apparizione». Fonte: A. Kardec, Il Libro degli Spiriti.
(8) Strumento utilizzato nelle pratiche medianiche per tentare di comunicare con gli spiriti. Composta da una superficie piatta su cui sono stampati lettere dell'alfabeto, numeri e parole come "sì", "no" e "addio", è usata insieme a una planchette (una piccola tavoletta mobile) che, secondo i partecipanti, viene mossa da forze spirituali per formare risposte a domande poste durante la seduta. Il termine "Ouija" deriva probabilmente dalla combinazione delle parole "oui" e "ja" (che significano "sì" in francese e tedesco).
(9) L’atto dell’anima che dopo la morte torna a vivere in un altro corpo. Si tratta di una credenza largamente diffusa anche presso i popoli di interesse etnologico. Fra i Greci fu una dottrina peculiare all’orfismo, che fece presa sui filosofi (Pitagora, Empedocle, Platone ecc.) e sui poeti (Pindaro), però limitatamente a una piccola minoranza. Invece in India essa è diffusa presso larghe masse della popolazione, in connessione con il concetto del karman, per cui le rinascite sono irrevocabilmente determinate dalle azioni compiute nelle vite precedenti. Il desiderio di evadere da questo fatale ciclo delle esistenze determina l’orientamento delle varie religioni indiane della salvezza, come il buddhismo che indica la via della conoscenza e del non-desiderio quale unica che possa condurre al nirvana, cioè alla liberazione dalla rinascita e quindi l’annientamento. Anche nelle altre religioni indiane, per esempio nel jainismo, la reincarnazione ha una parte determinante. Fonte: Treccani.it
(10) Nella terminologia religiosa e filosofica indiana, il frutto delle azioni compiute da ogni vivente. Esso determina una diversa rinascita nella scala degli esseri, e gioie o dolori durante il corso della vita seguente.
(11) Medium statunitensi dell'Ottocento, considerate le fondatrici del movimento spiritista moderno. Nel 1848, a Hydesville, New York, affermarono di comunicare con lo spirito di un defunto attraverso misteriosi colpi (o rapping) percepiti in casa. Questo evento segnò l’inizio della loro notorietà e diede impulso alle pratiche spiritiche negli Stati Uniti e in Europa, diffondendo l'uso di sedute spiritiche per entrare in contatto con i defunti. Negli anni successivi, il movimento crebbe fino a includere numerosi medium e simpatizzanti in tutto il mondo
(12) Termine usato nel contesto spiritista per indicare una serie di colpi o rumori prodotti durante le sedute medianiche, considerati dai partecipanti come segni di comunicazione da parte degli spiriti. Reso celebre dalle sorelle Fox nel 1848, questo fenomeno è interpretato come un metodo con cui gli spiriti risponderebbero a domande, spesso tramite un codice prestabilito di colpi per esprimere risposte affermative, negative o messaggi più complessi.
(13) Incontro rituale in cui uno o più partecipanti, spesso guidati da un medium, cercano di comunicare con gli spiriti dei defunti. Durante la seduta, possono essere utilizzati strumenti come la tavola Ouija, la scrittura automatica o altri metodi per facilitare il contatto. La pratica, diffusa a partire dall’Ottocento con il movimento spiritista, mira a ottenere risposte, conforto o rivelazioni dall’aldilà.
(14) Fenomeni ed eventi che sembrano sfuggire alle spiegazioni scientifiche convenzionali e che sono spesso attribuiti a entità o forze non visibili, come spiriti, energie o poteri extrasensoriali. Tra le manifestazioni paranormali più comuni si annoverano apparizioni, telecinesi, fenomeni di poltergeist, comunicazioni medianiche e percezioni extrasensoriali. Studiati dalla parapsicologia, questi fenomeni restano oggetto di dibattito e scetticismo in ambito scientifico.
L'articolo è a cura della redazione di TACUS Arte Integrazione Cultura.
La copertina e le immagini dei collage sono state generate mediante AI
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