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Donne di Sicilia: memoria, potere e resistenza

  • Immagine del redattore: Tacus Associazione
    Tacus Associazione
  • 6 mar 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 30 set

La Sicilia è donna. Lo è nella sua natura fertile, nel mito che la vede culla di figure arcaiche, e nella devozione popolare che, dal tempo cristiano, ha eletto protettrici femminili a custodi delle città e delle comunità. Demetra, dea della terra e del grano, e sua figlia Kore-Persefone, rapita da Ade proprio nei campi di Enna, narrano un’isola che è ventre generativo e misterioso, sospesa tra vita e morte, luce e ombra.


Secoli dopo, le immagini sacre delle patrone Agata, Cristina, Ninfa e Oliva, fino a Rosalia, la “Santuzza” che liberò Palermo dalla peste nel Seicento, hanno rinnovato quell’archetipo ancestrale, facendo del femminile un principio di salvezza, protezione e rinascita.


Su questo terreno di simboli e culti si innestano le vite delle donne reali che hanno scritto la storia dell’isola: regine e dame che intrecciarono potere e diplomazia in un Mediterraneo inquieto; nobildonne raffinate; streghe e avvelenatrici che scardinarono con violenza i codici morali del loro tempo; rivoluzionarie e patriote; artiste, pittrici, cantanti e poetesse. Un mosaico tutto al femminile che restituisce alla Sicilia il suo volto molteplice e complesso.


Dal Medioevo emergono Costanza d’Altavilla, erede della dinastia normanna che determinò i destini del Regno di Sicilia; Eleonora d’Angiò, Eleonora d’Aragona o Margherita di Navarra, figure che seppero interpretare la politica dei loro tempi in un mondo che concedeva alle donne spazi rarissimi di autonomia.


Accanto a loro, quasi a ricordare l’ambivalenza della memoria, si collocano le parabole tragiche di Giulia Tofana e di Giovanna Bonanno, la celebre “vecchia dell’aceto”, avvelenatrice del Settecento, giustiziata pubblicamente a Palermo davanti a una folla che trasformò la sua morte in spettacolo di catarsi collettiva.


Con il Risorgimento, la voce femminile si fece patriottica e rivoluzionaria. Peppa la cannoniera divenne leggenda popolare, mentre Giuseppina Turrisi Colonna, poetessa palermitana, univa alla raffinatezza dei suoi versi una profonda coscienza civile. Marianna Coffa Caruso, poetessa di Noto, trasformava invece in lirica il travaglio politico e morale della sua epoca. Poco più tardi, negli anni dei Fasci Siciliani, le contadine scesero in piazza e divennero protagoniste delle lotte sociali: Maria Cammarata a Piana degli Albanesi e Giuseppina Vadalà a Messina guidarono gruppi femminili organizzati, mostrando che l’isola poteva riconoscere nelle sue donne la forza di una battaglia collettiva per la giustizia.

Il Novecento aprì nuove strade all’impegno civile e culturale. Nel giornalismo si distinsero Giuliana Saladino e Marina Pino, mentre Maria Grazia Cutuli pagò con la vita la sua sete di verità, cadendo a Kabul nel 2001. Nella ricerca storica e artistica brillarono Jole Marconi Bovio, direttrice del Museo Nazionale di Palermo e protagonista negli scavi di Himera e Selinunte; Emma Alaimo, prima donna a dirigere la Biblioteca comunale della città; Maria Accascina, studiosa della tradizione orafa; Angela Daneu Lattanzi, esperta di codici miniati; Alessandra Wolf, principessa di Lampedusa, fondatrice a Palermo di una scuola di psicoanalisi che formò generazioni di studiosi.


Collage di ritratti iperrealistici di donne siciliane di epoche diverse: Santa Rosalia con gigli e corona di rose, una regina medievale, una contadina rivoluzionaria, una poetessa con un libro, Rosa Balistreri con la chitarra, anziane donne popolari e figure femminili contemporanee. L’immagine rappresenta la storia e l’identità femminile della Sicilia tra mito, fede, arte, politica e tradizione

Le arti e la musica videro voci immortali e mani visionarie: Anna Fortino, Rosalia Novelli, Topazia Alliata e Lia Pasqualino Noto, pioniera con Guttuso, Barbera e Franchina; Lucrezia Giuffrè Piazza, costretta a sacrificare il suo talento pittorico alle convenzioni borghesi che relegavano le donne al ruolo di mogli e madri. Ester Mazzoleni, Anna Leone e Amelia Pinto illuminarono la scena lirica internazionale, quest’ultima celebrata come interprete wagneriana di fama mondiale. Rosa Balistreri, invece, diede alla musica popolare la dignità di un manifesto sociale, cantando con voce ruvida il dolore e la speranza del popolo siciliano. Nei salotti culturali e mondani di Palermo, Franca Florio e Tina Whitaker trasformarono le loro dimore in crocevia di intellettuali, artisti e viaggiatori, simbolo di un’eleganza cosmopolita che proiettava l’isola oltre i suoi confini.


In politica e nella società le donne seppero conquistarsi ruoli decisivi. Gina Mare e Letizia Colajanni furono tra le prime parlamentari regionali, impegnate nelle battaglie per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, mentre Anna Grasso Nicolosi contribuì alla nascita dell’Unione Donne Italiane, incarnando un raro esempio di mediazione tra politica e impegno civile.


La poesia, infine, ha dato voce all’anima più intima della Sicilia. Da Nina Siciliana, tra le prime poetesse della letteratura italiana, a Giuseppina Turrisi Colonna e Marianna Coffa, che illuminarono l’Ottocento, fino a Maria Costa, capace di restituire in dialetto messinese il respiro autentico della tradizione popolare. Jolanda Insana, con il vigore e la crudezza della sua lingua, trasformò la parola in un gesto di resistenza, rinnovando la coscienza lirica dell’isola.


Nella prosa spiccano Goliarda Sapienza, con la sua voce dissidente e anticonvenzionale, Angelina Lanza Damiani, Helle Busacca, Natalia Ginzburg e Livia De Stefani che, con La vigna delle uve nere, raccontò con forza la durezza e la poesia della vita contadina, aprendo uno squarcio autentico su un mondo femminile spesso taciuto.


Tutte queste donne, dalle regine alle rivoluzionarie, dalle poetesse alle politiche, dalle artiste alle sante, hanno contribuito a definire l’identità di un’isola sospesa tra dolore e bellezza.

Hanno reso grande la Sicilia con la fede, la penna, la voce, l’arte, il coraggio e la ribellione, pagando spesso prezzi altissimi: emarginazioni, sacrifici, destini tragici. Ricordarle insieme significa restituire un volto plurale alla memoria dell’isola, fatta non solo di dominatori ed eroi, ma anche di gesti silenziosi, di talenti ostacolati, di vite spezzate e di conquiste raggiunte.

Nell’intreccio delle loro storie la Sicilia si riconosce: terra di contrasti e di meraviglia, ma soprattutto terra di donne che, in modi diversi, hanno lasciato un’impronta incancellabile.



Crediti

Testo a cura di TACUS Arte Integrazione Cultura - Associazione di promozione sociale.

Immagini elaborate con intelligenza artificiale OpenAI.

Ricerca storica e culturale condotta su fonti bibliografiche e documentarie.


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