Il concetto di inclusione è oggi al centro del dibattito educativo e politico, ma resta attraversato da ambiguità e tensioni. L’articolo propone una lettura critica dell’inclusione come pratica performativa e incompiuta, che ridefinisce soggetti, spazi e linguaggi. Lungi dall’essere un accesso garantito, l’inclusione è una soglia etico-politica da attraversare, una promessa che interpella l’intero assetto della convivenza democratica